Ducati Diavel V4 TEST: una cruiser da sparo!
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 Published On Feb 9, 2023

Sono passati dodici anni da quando Ducati decise di lanciare sul mercato la propria cruiser, o meglio la propria interpretazione di quella che poteva essere una cruiser.
Da Borgo Panigale uscivano solo moto sportive, e anche la Diavel, pur con qualche concessione, era da considerarsi tale.
Arrogante e prorompente nel design, con il suo gommone posteriore che incuteva timore, la Diavel grazie al suo bicilindrico garantiva prestazioni da sportiva, mentre assicurava una guidabilità più vicina al mondo delle naked che non a quello delle cruiser.
Con la seconda generazione, presentata nel 2019, si affina la personalità e si migliorano ulteriormente le prestazioni, con la 1260 si arriva al traguardo delle 45.000 unità vendute nel mondo, un risultato di tutto rispetto per una moto così singolare e appartenente a un segmento premium.
Si giunge così alla terza generazione, presentata a fine 2022, che rappresenta la prima vera svolta per la Diavel, abbandona il bicilindrico e adotta il modernissimo V4 Granturismo, montato dentro a una ciclistica completamente rinnovata.
Nella filosofia Diavel il motore è il fulcro intorno al quale ruota ogni cosa e con il V4 c'è stato bisogno di rivedere il design e anche la ciclistica.
Le linee, pur completamente inedite, riprendono i tratti delle precedenti Diavel, ma nel complesso la V4 appare più filante e dinamica, la scomparsa del telaio a traliccio rende la vista laterale più pulita, e anche il posteriore, con il coreografico gruppo ottico a LED puntiformi è più slanciato, e grazie alle immancabili pedane passeggero retrattili e al maniglione a scomparsa, anche pulito nel design. 
Anche guardandola da davanti la Diavel V4 sottolinea la sua grande personalità. Il gruppo ottico con l'inedito DRL a doppia C e gli indicatori di direzione dinamici posti davanti ai serbatoietti freno e friziione, sono due particolari davvero interessanti.
Due le colorazioni disponibili, uno sportivo Rosso Ducati (26.390 euro), e un elegante Black (26.690 euro).
Il V4 Granturismo, è protagonista dal punto di vista estetico e non solo.
Ha una cilindrata di 1.158 cm³,è più basso di 95 mm e più corto di 85 mm rispetto al bicilindrico 1260, e solo 20 mm più largo.
Questo ha permesso di ottimizzarne il posizionamento e garantire un migliore bilanciamento della moto, inoltre è dotato di albero motore controrotante, il che significa, minor effetto giroscopico e quindi maggiore agilità.
Più compatto e anche più leggero, 5 kg in meno che sommati a quelli risparmiati nelle varie componenti della moto portano a un calo di peso di ben 13 kg, facendo scendere il totale a secco a 211 kg e quello in ordine di marcia a 236 kg con il pieno del serbatoio da 20 litri.
Potenza e coppia sono due dei suoi pregi, 168 cv a 10.750 giri per ben 12,8 kgm a 7.500 giri, numeri che non vanno a influire sulle doti di fluidità e regolarità di funzionamento.
Il V4 inoltre, è dotato del sistema di deattivazione estesa dei cilindri posteriori, che permette al motore di funzionare con soli due cilindri durante le soste a motore acceso e nella marcia a bassi carichi motore fino a 4.000 giri.
Il pacchetto elettronico della Diavel V4 è molto completo ed è basato sull’impiego di una piattaforma inerziale a 6 assi, con i parametri di funzionamento di ciascun controllo associati di default ai quattro Riding Mode: Sport, Touring, Urban Rain.
La gestione delle regolazioni avviene attraverso il cruscotto TFT a colori da 5”, che offre la connettività Bluetooth, per associare lo smartphone e quindi ricevere chiamate e ascoltare musica, oltre a sfruttare le funzionalità della Ducati Link App, e per utilizzare il sistema di navigazione Turn-by-turn (optional).
Il controllo di trazione sfrutta la nuova strategia del Ducati Traction Control (DTC) EVO 2 già impiegata sulle famiglie Panigale V4 e Streetfighter V4, regolabile su otto livelli, migliora la gestione della potenza in uscita di curva grazie alla strategia di controllo “predittiva”.
Anche il DQS EVO 2 è stato ulteriormente affinato, e tiene conto delle informazioni sull’angolo di piega per massimizzare la stabilità della moto durante la fase di cambio marcia in curva.
La ciclistica del Diavel V4, abbandona il traliccio della V2 per un telaio monoscocca anteriore in alluminio, così come con lo stesso materiale è realizzato il forcellone monobraccio.
Entrambe le sospensioni sono completamente regolabili, forcella a steli rovesciati da 50 mm di diametro e una corsa utile di 120 mm, mono con serbatoio separato ed escursione che cresce di 15 mm arrivando a 145 mm.
L’impianto frenante è degno di una SBK, dischi da 330 mm e pinze Brembo Stylema all'anteriore, disco da 265 mm e pinza a doppio pistoncino dietro.
E se dopo tutte queste informazioni volete sapere come va, non vi resta che guardare il video del nostro Francesco Paolillo!

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