Pancreatite Acuta e Cronica - La corretta gestione per evitare complicanze
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 Published On Dec 28, 2014

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La funzione del pancreas nel nostro organismo è duplice, perchè ha una funzione endocrina, quindi di produrre insulina - e sappiamo che quando questa funzione viene meno subentra il diabete - e una funzione esocrina con la produzione degli enzimi pancreatici che sono indispensabili per la digestione. Ma che cosa succede quando il pancreas si infiamma e quegli stessi enzimi digestivi invece di contribuire alla digestione rimangono intrappolati nell'organo e iniziano a distruggerlo? E quali sono le cause principali di questa infiammazione, la pancreatite acuta quindi, che nelle forme gravi può arrivare a danneggiare anche gli organi limitrofi e a mettere a rischio la vita del paziente? Lo abbiamo chiesto al Prof. Antonio Gasbarrini, Direttore dell'Unità di Medicina Interna e Gastroenterologia al Policlinico Agostino Gemelli di Roma e Professore di Gastroenterologia alla Università Cattolica di Roma che ci ha spiegato che le cause di una pancreatite acuta possono essere molteplici, dai calcoli alla cistifellea che bloccano il passaggio degli enzimi pancreatici facendoli risalire verso il pancreas e avviando quel processo di distruzione che è una sorta di "auto digestione" al consumo di alcool che può danneggiare il pancreas, ma può essere dovuta anche a virus, ad alcune forme grave di ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia (in genere di origine familiare) come pure ad alcune malattie autoimmuni come ad esempio la fibrosi cistica. La manifestazione tipica della pancreatite è dolore addominale acuto e le indagini devono essere accurate e tempestive - la diagnostica di laboratorio con il monitoraggio di lipasi e amilasi e le indagini strumentali che possono comprendere ecografia, tac, eco endoscopia, colangiorisonanza a seconda delle esigenze e delle condizioni nel paziente - per ottimizzare il percorso di cura che preveda in primo luogo di risolvere le cause che hanno portato alla pancreatite - nel caso di calcolosi rimuovere i calcoli in laparoscopia ad esempio - ma anche di valutare l'eventualità di un intervento chirurgico nel caso il danno si sia esteso ben oltre la capsula pancreatica per asportare tutti il tessuto necrotico ed evitare danni irreparabili. E' ovvio che tutto il percorso deve essere gestito in un centro altamente attrezzato per la gestione complessa della pancreatite e da un team multidisciplinare che possa offrire ogni opzione terapeutica utile al paziente. Le conseguenze della pancreatite possono essere di diversa entità a seconda di quanto i canali in cui defluiscono gli enzimi pancreatici siano danneggiati e nel caso i danni siano stati consistenti si può arrivare ad una pancreatite cronica ricorrente che nel tempo può portare ad una non sufficiente funzione endocrina, quindi diabete e necessità di somministrazione di insulina o ad una insufficienza pancreatica esocrina in cui non si producono più gli enzimi pancreatici necessari alla digestione e si va incontro ad un non completo assorbimento degli alimenti, condizione che richiede la somministrazione di una terapia a base di enzimi pancreatici. Con il Prof Gasbarrini parliamo poi del legame che può esservi fra pancreatiti croniche e tumori del pancreas perchè la condizione di infiammazione ripetuta e cronica predispone all'insorgenza di formazione neoplastiche (come nel caso della cirrosi per il fegato, delle malattie infiammatorie croniche per l'intestino, dell'Helicobacter e dell'Esofago di Barrett per lo stomaco...) e dal momento che l'adenocarcinoma del pancreas è difficilmente prevenibile e diagnosticabile - soprattutto se si sviluppa nella parte posteriore del pancreas, dove non blocca i dotti pancreatici, perchè non dà sintomi evidenti se non quando è in fase avanzata (mentre quando si sviluppa nella testa del pancreas si ha una ostruzione del coledoco e una qualche forma di ittero o di pancreatite è un segnale che può far fare una diagnosi più precoce) è necessario che i controlli ecografici siano accurati ed eseguiti da personale esperto per poter intercettare lesioni anche in fase iniziale, che consente di intervenire chirurgicamente con tecniche innovative che oggi nella gran parte dei casi riescono ad evitare problemi di malassorbimento e di scarsa qualità di vita.

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